L’allarme degli scienziati: arriva il batterio killer! Sta diventando invincibile agli antibiotici

Louis Pasteur ha profondamente trasformato il panorama della medicina nel XIX secolo, introducendo scoperte fondamentali che hanno portato allo sviluppo degli antibiotici. Tuttavia, con il trascorrere degli anni, i batteri hanno dimostrato una straordinaria capacità di adattamento, rendendo sempre più difficile il loro controllo e alimentando le preoccupazioni degli scienziati. Un caso emblematico è rappresentato dalla resistenza del batterio Mcr-1.

Batterio-resistenza

L’impiego massiccio e spesso indiscriminato degli antibiotici, ben oltre le reali necessità cliniche, ha favorito nei batteri lo sviluppo di strategie sempre più sofisticate per eludere l’azione di questi farmaci. È fondamentale ricordare che la prescrizione e l’assunzione degli antibiotici devono avvenire esclusivamente sotto controllo medico e solo quando strettamente necessario.

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Gli antibiotici, infatti, sono efficaci soltanto contro le infezioni di origine batterica; nel caso di patologie virali, il loro utilizzo è inutile e si deve attendere il naturale decorso della malattia, intervenendo solo per alleviare i sintomi. L’abitudine di assumere antibiotici al primo segno di malessere, come un semplice raffreddore, si è rivelata dannosa nel lungo periodo per la salute pubblica.

Il batterio Mcr-1, particolarmente diffuso in Cina ma presente anche negli Stati Uniti, ha sviluppato una resistenza tale da non essere più neutralizzato nemmeno dalla Colistina, considerata il suo principale antagonista. Il timore degli esperti è che anche interventi chirurgici di routine, come l’appendicectomia, possano trasformarsi in situazioni ad alto rischio a causa di infezioni potenzialmente letali provocate da questo batterio.

La ricerca salvifica

La ricerca scientifica, dunque, assume un ruolo cruciale e viene costantemente incentivata a livello globale, poiché rappresenta l’unica via per individuare soluzioni efficaci. Gli antibiotici, sia specifici che ad ampio spettro, risultano attualmente poco efficaci contro la diffusione del Mcr-1, che in alcune aree dell’Asia è stato riscontrato nel 25% dei pazienti ospedalizzati.

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La Colistina, un antibiotico utilizzato come ultima risorsa proprio per la sua tossicità a livello renale, era considerata fino a poco tempo fa l’arma finale contro questi batteri. Grazie ai progressi della ricerca, la produzione di antibiotici è diventata nel tempo più sicura e tollerabile per l’organismo umano, ma questa evoluzione non è stata sufficiente a fermare la minaccia.

Oggi, la Colistina non risulta più efficace e ogni anno circa 700 mila persone muoiono a causa di infezioni provocate da batteri ultra-resistenti come il Mcr-1. Si tratta di un’emergenza sanitaria globale che richiede risposte rapide e concrete. Persino la tubercolosi, che si riteneva ormai sotto controllo, sta riemergendo in alcune delle aree più svantaggiate del pianeta.

Antibiotici indispensabili

Vi sono procedure mediche, come gli interventi chirurgici, che non possono prescindere dall’uso degli antibiotici. Operazioni come il parto cesareo, l’estrazione complessa di un dente, i trapianti o i trattamenti chemioterapici necessitano di una copertura antibiotica adeguata. Per troppo tempo si è dato per scontato che questi farmaci fossero sempre disponibili ed efficaci, ma oggi è necessario rivedere questa convinzione e adottare maggiore cautela. Anche una semplice ferita infetta non dovrebbe mai rappresentare un pericolo grave.

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Eppure, questo è il rischio concreto se la diffusione di batteri resistenti continuerà a crescere, compromettendo la sicurezza degli ambienti ospedalieri e l’efficacia degli antibiotici. Ma la responsabilità di questa situazione è attribuibile solo a chi prescrive troppi antibiotici? In parte sì: una certa mentalità diffusa porta molti professionisti a ricorrere troppo facilmente a questi farmaci.

Al contrario, esistono medici che valutano attentamente ogni alternativa prima di prescrivere un antibiotico, e questa dovrebbe essere la prassi da seguire. Va inoltre considerato il fenomeno degli “antibiotici occulti”, ossia l’utilizzo di questi farmaci negli allevamenti intensivi per favorire la crescita degli animali e aumentarne la produttività.

Batteri buoni e cattivi

La flora batterica intestinale è composta prevalentemente da batteri “benefici”, che svolgono un ruolo fondamentale nell’assorbimento dei nutrienti e nel mantenimento dell’equilibrio dell’organismo. Questi sono ben diversi dai batteri patogeni, responsabili di infezioni che richiedono un trattamento mirato con antibiotici specifici o generici.

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I batteri sono organismi unicellulari estremamente semplici dal punto di vista strutturale, ma in grado di provocare danni anche gravi. Si distinguono in cocchi, bacilli, vibrioni e spirilli: qualunque sia la loro forma, dopo una fase iniziale di latenza, possono causare sintomi e complicazioni importanti.

Alcuni batteri sono aerobi, cioè necessitano di ossigeno per vivere, mentre altri sono anaerobi e possono sopravvivere anche in sua assenza. Infezioni batteriche come la polmonite, se non trattate adeguatamente, possono evolvere in sepsi e provocare un collasso multiorgano. Per questo motivo è essenziale disporre di antibiotici efficaci, in grado di bloccare e debellare definitivamente questi microrganismi.

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