In base ai diversi antigeni presenti sulla superficie dei globuli rossi, la scienza ha identificato fino ad oggi quattro principali gruppi sanguigni: A, B, AB e 0. Ad esempio, se una persona appartiene al gruppo A, significa che sulle sue cellule del sangue è presente l’antigene A e, di conseguenza, nel plasma circolano anticorpi anti-B. Il gruppo 0, invece, si caratterizza per l’assenza di antigeni A e B, ma possiede entrambi gli anticorpi anti-A e anti-B.
Significato dei gruppi sanguigni
Oltre agli antigeni A e B, un altro elemento fondamentale è la presenza o l’assenza della proteina Rh, che determina se il gruppo sanguigno è Rh positivo o negativo. Questa distinzione è cruciale quando si deve effettuare una trasfusione di sangue: la compatibilitàtra donatore e ricevente è essenziale per evitare reazioni avverse. I gruppi A e B, ad esempio, possono ricevere sangue solo da donatori con lo stesso gruppo o dal gruppo 0, che è considerato donatore universale.

Il gruppo AB, invece, è definito ricevente universale, poiché può accettare sangue da tutti gli altri gruppi senza rischiare la distruzione dei propri globuli rossi. Al contrario, il gruppo 0, più raro, può ricevere sangue solo da donatori dello stesso gruppo. Per quanto riguarda il fattore Rh, chi è Rh positivo può ricevere sia da Rh positivo che da Rh negativo, mentre chi è Rh negativo deve ricevere esclusivamente da donatori Rh negativo.
Recentemente, dopo decenni di ricerche, è stato scoperto un nuovo e rarissimo gruppo sanguigno, denominato MAL. Grazie a uno studio condotto nel Regno Unito, oggi sappiamo che esistono almeno cinque gruppi sanguigni differenti, ampliando così le possibilitàe le varianti nella donazione di sangue. Ma cosa succede se non si rispetta la compatibilità?
Compatibilitàsanguigna
In caso di trasfusione, sia per emergenze come incidenti sia per trapianti, la prima verifica che i medici effettuano riguarda proprio il gruppo sanguigno e il fattore Rh. Ricevere sangue incompatibile può provocare una reazione immunitaria violenta, con la distruzione dei globuli rossi e conseguenze potenzialmente fatali.

Il gruppo MAL, secondo le prime ricerche, risulta ancora più raro del gruppo 0, anche se potrebbe essere più diffuso di quanto si pensi a livello globale. La storia di questa scoperta risale al 1972, quando in una donna incinta fu rilevata l’assenza di un antigene che avrebbe dovuto essere presente. Questo caso, inizialmente isolato, ha trovato riscontro in altri soggetti negli anni successivi, portando a un confronto medico e scientifico che ha accelerato la ricerca. Gli studi sono tuttora in corso e si ipotizza che la presenza di questo gruppo possa essere legata a particolari legami di parentela o a specifiche mutazioni genetiche.
La mancanza di gene nei casi di cancro
L’assenza di questo specifico antigene, che ha portato all’identificazione del gruppo MAL, era stata inizialmente collegata a patologie gravi come il cancro. Oggi, invece, si riconosce che tale caratteristica può essere dovuta anche a mutazioni genetiche ereditarie, non necessariamente associate a malattie.

La nuova sfida della medicina saràapprofondire la genetica degli individui che presentano questo gruppo sanguigno così raro, al fine di identificare eventuali correlazioni con malattie o anomalie genetiche. Questa conoscenza permetterà, ad esempio, di prevedere e gestire tempestivamente eventuali incompatibilitàtra madre e feto durante la gravidanza, oltre a rendere le trasfusioni ancora più sicure e personalizzate rispetto al passato.
È interessante notare che la conoscenza del proprio gruppo sanguigno può offrire indicazioni anche sul piano metabolico e nutrizionale. Alcuni studi suggeriscono che le lectine, particolari proteine presenti negli alimenti, possono interagire in modo diverso a seconda del gruppo sanguigno, influenzando così la risposta dell’organismo.
Alimentazione e gruppi sanguigni
Per il gruppo 0, ad esempio, si è osservata una maggiore incidenza di intolleranze come la celiachia. Per questo motivo, si consiglia spesso una dieta ricca di proteine animali, simile a quella chetogenica, che meglio si adatta al metabolismo di questi individui. Al contrario, chi appartiene al gruppo A trae maggior beneficio da un’alimentazione prevalentemente vegetale.

In questi casi, le proteine animali e i latticini possono causare intolleranze, quindi è preferibile privilegiare verdure, frutta e legumi. Il gruppo B, invece, è associato a un sistema immunitario particolarmente efficiente, retaggio delle antiche popolazioni nomadi, e chi ne fa parte deve semplicemente limitare il consumo di conservanti.
Il gruppo AB, infine, si trova a metàstrada tra A e B, con poche restrizioni alimentari ma la necessitàdi moderare le quantità. Tuttavia, è importante sottolineare che queste teorie, sebbene affascinanti, sono ancora oggetto di studio e non hanno ancora trovato piena conferma scientifica. Con l’introduzione del nuovo gruppo MAL, appare sempre più evidente che l’alimentazione deve essere considerata soprattutto in modo personalizzato e adattato alle esigenze individuali.